STEP #05 - IL PRINCIPIO FISICO DELL'ODOMETRO
Non se ne è mai ritrovata la testimonianza archeologica, anche se, grazie alle fonti, ne è stata possibile la ricostruzione. Descritto da Vitruvio e da Erone Alessandrino, l'odometro era applicato a uno degli assi di un carro.
Regolato in base alla circonferenza della ruota, che secondo Vitruvio doveva compiere 400 giri per percorrere un miglio, lo strumento era costituito da un congegno di ingranaggi dentati, forse i primi ad essere presenti presso i Romani.
Ad ogni giro della ruota i denti azionavano un dispositivo che lasciava cadere un sassolino in un recipiente per ogni miglio percorso.
Alla fine del viaggio, contando i sassolini, si poteva sapere quante miglia era lungo il tragitto. Insomma un contachilometri romano.
Il nuovo tipo di odometro è elettronico e funziona utilizzando due magneti, uno collegato ai raggi della ruota della bicicletta ad esempio, uno collegato alla macchina stessa.
Ogni volta che la ruota gira una volta, i magneti creano uno stretto contatto e viene fatta una carica elettrica. Un computer all'interno conta quanti contatti sono fatti, quindi calcola la distanza totale in base alla lunghezza dei raggi e al numero di giri centrifugati.
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